Mostre a Reggio Emilia e in tutta la regione.
Basta la manciata di parole scelte come titolo per raccontare l’edizione 2019 di Fotografia Europea. “Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi” è il tema che fa da filo conduttore delle 23 mostre allestite in dieci sedi espositive che si inaugureranno il 12 aprile a Reggio Emilia. Giunto alla sua quattordicesima edizione, il festival è diventato negli anni un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati di questa disciplina che riesce a interpretare con grande accuratezza la complessità della realtà contemporanea.
Con la direzione artistica di Walter Guadagnini la manifestazione, organizzata e promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani con il Comune e la Regione, anima Reggio Emilia fino al 9 giugno non solo con mostre ma anche con conferenze, workshop, spettacoli e concerti e oltre 300 appuntamenti off in città toccando anche altre città emiliano-romagnole grazie alla collaborazione con sei partner prestigiosi.
“Fotografia Europea mette in scena i rapporti tra le persone, tra le culture, tra i saperi, dal punto di vista individuale e da quello collettivo, da quello privato a quello pubblico” dice Guadagnini «con queste mostre vogliamo scoprire i legami profondi tra le persone ma anche tra la fotografia e il mondo». Venendo alle antologiche, Palazzo Magnani ospita la mostra di Horst P. Horst: 120 immagini che ripercorrono la carriera del grande fotografo tedesco che si è mosso tra arte, pubblicità e moda scomparso nel 1999 a più di 90 anni.
Foto: Plant Souk, Riyadh Arabia Saudita, 2017 © Courtesy l’artista
Larry Fink ha scelto personalmente le 90 fotografie da esporre a Palazzo Da Mosto recuperate dal suo immenso archivio. Una selezione di scatti in bianco e nero esplora il fil rouge del festival con il titolo di “Unbridled Curiosity”. Stessa location per la mostra di Michele Nastasi che con “Arabian Transfer” presenta la sua visione di sei città della penisola araba. Vincenzo Castella nella Sinagoga porta “Urban Screens”, il suo ultimo progetto, composto di immagini di grande formato che vogliono sollecitare una riflessione sul rapporto tra l’uomo e l’elemento naturale.
Il lavoro di Jacopo Benassi scaturito dall'incontro con due danzatori, uno abile e l’altro disabile, è una produzione inedita di Fotografia Europea allestita ai Chiostri di San Pietro, uno degli epicentri del festival dove si può vedere anche il progetto realizzato nel 2014 sul confine tunisino “Fifty-Fifty” di Samuel Gratacap, uno dei protagonisti della fotografia documentaria contemporanea europea.
Ai Chiostri di San Pietro si possono vedere anche le mostre che ruotano attorno al Giappone, il paese ospite di quest’anno, declinato secondo una ricca molteplicità di sguardi. Ci sono i nuovi talenti del paese del Sol Levante come Kenta Cobayashi, Motoyuki Daifu e Ryuichi Ishikawa, i fotografi europei che con il loro obiettivo indagano il Giappone - Justine Emard, Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian e Pierfrancesco Celada – e l’artista cinese Pixy Liao.
Nello stesso luogo inoltre trova spazio il lavoro di Francesco Jodice che presenta la commissione sul tema dell’anno scorso, Rivoluzioni, e il progetto Speciale Diciottoventicinque, dedicato alla formazione dei più giovani insieme a Ropes/Corde, l’esposizione degli scatti dei sette vincitori under 35 della call di Giovane Fotografia Italiana e a Scatta la Cultura, le foto selezionate attraverso l’omonimo concorso.
Foto: La notte dei tempi © Justine Emard – ADAGP
Da visitare, anche perché difficilmente aperti al pubblico, i sotterranei del Teatro Valli che accolgono le opere di Jaakko Kahilaniemi e quelle di Lucie Khahoutian. La squadra della Reggiana è la protagonista della mostra allestita allo Spazio Capinelli mentre Giovanni Chiaramonte con “Verso Gerusalemme” si trova alla Chiesa di San Nicolò e al Battistero. Sempre pop le mostre di Spazio Gerra che quest’anno si dedica alla canzone d’amore italiana con “Confessioni. Canzoni vissute”. “Famiglie – un mondo di relazioni” alla Biblioteca Panizzi offrirà l’occasione di vedere le fotografie recuperate dai fondi delle famiglie reggiane.
La Collezione Maramotti, la Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea di Rubiera, la Fondazione Modena Arti Visive di Modena e il CSAC di Parma sono alcuni dei partner che ospitano mostre fuori dai confini reggiani a cui si aggiungono “Più di 50 anni di magnifici fallimenti” al MAR di Ravenna con la personale di Oliviero Toscani. A Bologna la Fondazione MAST partecipa a Fotografia Europea con “Thomas Struth. Nature&Politics”, la grande mostra dedicata a uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea internazionale curata da Urs Stahel.
Si tratta di una selezione di grandi immagini a colori del fotografo tedesco che, per dirla con le sue parole, «mettono in discussione il rapporto tra natura e politica e lo sviluppo della tecnologia come promessa unica del progresso umano». Per vederla bisogna affrettarsi: inaugurata nei giorni di ArteFiera, chiuderà il 22 aprile. È stato lo stesso Struth a scegliere le proiezioni che accompagnano la mostra, organizzate in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
In programma sabato 13 aprile “Playtime” di Jacques Tati alle 20:30 e domenica 14 aprile alle 19:00 “Asako I&II di Ryusuke Hamaguchi”, entrambi in lingua originale con sottotitoli in italiano (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito www.mast.org).
Fotografia Europea 2019, Reggio Emilia 12 aprile - 9 giugno – Ingressi 15-12 euro. Per tutte le info: www.fotografiaeuropea.it
Giorgia Olivieri
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