A Palazzo Fava in mostra il genio di Bonvi con il suo divertentissimo fumetto.
È passato mezzo secolo ma le strisce di Bonvi non mostrano i segni del tempo. Per averne una dimostrazione c’è tempo fino al 7 aprile del 2019, l’ultimo giorno di “Sturmtruppen 50 anni”, la mostra ospitata a Palazzo Fava che rende omaggio al genio del disegnatore Franco Bonvicini in arte Bonvi.
Con oltre 250 opere provenienti dall'Archivio Bonvicini, alcune mai viste prima, il progetto curato dalla figlia Sofia insieme a Claudio Varetto con Genus Bononiae e Fondazione Carisbo è un’occasione unica per vedere da vicino il percorso artistico di un grande innovatore scoprendo la ricchezza di significati nascosti dietro al fumetto.
Le Sturmtruppen fanno parte del nostro immaginario: quell'esercito sgangherato dalla carta stampata è arrivata ai quaderni ed ai diari dei ragazzi passando per la trasmissione televisiva Supergulp!, arrivando al cinema con due film diretti da Salvatore Samperi.
C’è molto più di una battuta dietro le parole scritte in quel finto tedesco così divertente: la data di nascita del fumetto, 1968, parla già da sola. Bonvi era un pacifista, antimilitarista convinto, che ha avuto l’intuizione di denunciare la stupidità della guerra non loro dipingendo dei soldati nella loro solitudine di combattenti. L’allestimento suggerisce al visitatore alcuni spunti da usare per leggere la poetica di Bonvi.
Immagine: locandina della mostra
La sequenza tematica e non cronologica mostra la molteplicità dei livelli del fumetto, in cui non c’è un protagonista vero e proprio (nessuno ha un nome tranne il fiero alleaten Galeazzo Musolesi) ma un “coro” di soldaten intrappolati nella neve, nel fango, tra le trincee, chiusi in un universo claustrofobico alle prese con un nemico che non si vede: un rapporto riassunto con una degli scambi più sagaci tra le Sturmtruppen “Amiken o nemiken? Semplici conoscenti!”.
Benché la mostra sia dedicata al celebre fumetto, si possono vedere anche altre testimonianze della ricca produzione di Bonvi tra cui le tavole di Cattivik e Nick Carter, quelle di Play Gulp, la parodia erotica del mondo del fumetto, e i quadri mai esposti che l’artista aveva nel suo studio di via Rizzoli riproposto nell'allestimento.
La visita è adatta a tutti, sia per chi si ha conosciuto il genio di Bonvi in vita (l’artista è prematuramente scomparso a Bologna il 9 dicembre 1995) sia per chi non ne aveva avuto l’occasione: per i bambini sono previste alcune attività pensate dai Servizi Educativi Genus mentre per gli adulti aperitivi per visite collettive.
Tutte le info su orari, date di apertura sotto le feste, biglietti di ingresso e agevolazioni sul sito: www.genusbononiae.it
Giorgia Olivieri
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