Un'idea dell'allenatore Giovanni Grassi per portare ragazzi disabili sui campi di calcio.
A differenza dalle altre scuole di calcio il pallone, in quest'esperienza, assume un’importanza rilevante: fa capire che fondamentale è stare insieme a giocare senza barriere.
Il progetto nasce infatti con lo scopo di utilizzare lo sport come strumento per l’integrazione e per sviluppare l’autonomia dei ragazzi. Gli allenamenti sono iniziati a Castel San Pietro Terme e si sono estesi a Bologna e attualmente i ragazzi frequentano i campi di Imola.
I ragazzi coinvolti, in gran parte maschi, sono una trentina. Questa nuova esperienza è patrocinata da AIAC Associazione Italiana Allenatori Calcio e l'iniziativa è pensata per giovani con disabilità soprattutto mentali anche se sono comunque presenti ragazzi con handicap motori o con problemi di relazione.
Allenatori, educatori volontari sono oggi coinvolti per supportare i partecipanti e prima di iniziare l’esperienza si sono formati, hanno frequentato corsi specifici e continuano a farlo.

Foto: ragazzino gioca a calcio
Il progetto si è ispirato all'idea di Calamai, allenatore di pallacanestro, che si è dedicato al basket per disabili ed è stato uno dei primi a voler coinvolgere i giovani con handicap nell'attività sportiva. Si sono osservati risultati positivi, miglioramenti nella relazione nei ragazzi autistici.
Allenarsi in una scuola di calcio per queste persone non significa solo divertimento e svago, ma è occasione per acquisire e rispetto delle regole, imparare il rispetto per gli altri, è soprattutto un'occasione di crescita personale.
Grassi invita i bambini normodotati a frequentare campi per rafforzare l’inclusione sociale. Il progetto è stato presentato recentemente allo stadio Renato Dall'Ara di Bologna, un momento per i ragazzi molto emozionante e ricordiamo che Grassi presiede anche l’associazione sportiva Edu In-Forma (Zione) Renzo Cerè Bologna.
Chiara Garavini
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