Gruppo di lavoro per valorizzare la diversità.
Erano gli anni ottanta, da poco la società aveva incominciato ad occuparsi di disabilità. Un gruppo di persone handicappate decise che era arrivato il momento di presentarsi al mondo, era arrivato, per loro il momento di farsi conoscere, di affermare la propria identità e di porsi delle domante ed essere parte attiva della comunità.
L’intuizione l’ebbe Claudio Imprudente, che con il suo gruppo di amici iniziarono la diffusione e pubblicazione di articoli sulla disabilità per la rivista Hp-Accaparlante. Dalla rivista, quasi per gioco, si pensò ad un vero e proprio progetto che valorizzasse la diversità, nacque: il Progetto Calamaio che porta nelle scuole, nell'Università, nei campi d’informazioni e in ambito culturale una nuova prospettiva, una modalità diversa di considerare e conoscere l’handicap.
Immagine: loghi CDH e Accaparlante
Protagonisti assoluti del lavoro sono i ragazzi e gli educatori, che mettono il proprio deficit al centro delle attività proposte. Come avvenne anni fa, quando Claudio intervenne in una scuola elementare in prima persona; il gruppo operativo mostra attraverso la creatività come le difficoltà si trasformino in risorse. Grazie all'aiuto di molte persone, ogni anno le attività dei “calamaisti” si ripropongono sul territorio regionale, in Italia e all'estero portando con sé l’allegria, l’ironia e la creatività che li contraddistingue.
Nella fase dell’emergenza #COVID19 gli educatori del Progetto Calamaio hanno deciso di impostare il lavoro del gruppo a distanza perseguendo gli obiettivi prefissati quali il sostegno delle persone disabili e delle loro famiglie; mantenere vivo l’impegno del gruppo infine attivare attività a distanza per continuare a lavorare con gli altri.
Il Progetto Calamaio collabora con la Biblioteca del Centro Documentazione Handicap di Bologna.
Chiara Garavini
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