Condhotel: un'opportunità per tanti

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Vivere all'interno di un hotel di medio, alto livello, potendo usufruire dei servizi alberghieri presenti.

Entro breve tempo i Condhotel potrebbero diventare una realtà concreta in tutta Italia; questa possibile nuova soluzione per persone della terza età, con disabilità o persone sole, permette di abitare in una camera/miniappartamento in proprietà. L’Emilia-Romagna è stata fra le prime, se non la prima Regione, a regolamentare la realizzazione di queste strutture in attuazione della normativa nazionale. La nuova legge si applicherà agli immobili con destinazione ricettiva alberghiera.

Ma cosa sono i Condhotel? Sono strutture che, dopo gli interventi di riqualificazione, devono essere aperte al pubblico, avere un gestore unico, un minimo di sette camere, servizi accessori, come il servizio colazione e pranzi, oltre alle nuove unità abitative residenziali private vendibili, con piccole cucine interne. Sarà quindi possibile per i privati abitare in un miniappartamento di proprietà, inserito in una struttura alberghiera quindi con reception aperta 24 ore al giorno, mangiare in hotel e usufruire delle strutture, se esistenti, quali palestra, piscina, sala televisione ecc.

La normativa disciplina i requisiti e le condizioni di esercizio che le strutture devono avere per diventare Condhotel, armonizzando la normativa regionale con quella statale in materia di strutture ricettive ed edilizia. Il gestore della struttura si impegna a garantire ai proprietari delle unità abitative i servizi alberghieri, a partire dalla portineria unica sia per gli ospiti dell’hotel che per i proprietari delle abitazioni.

Chiave

Foto: mazzo di chiavi 

I proprietari si impegneranno a loro volta a rispettare le modalità di conduzione del Condhotel ed a garantire gli standard o l’omogeneità estetica dell’immobile in caso di interventi edilizi. La superficie massima che può essere messa in vendita non deve superare il 40% di quella complessiva netta delle camere. In caso di Condhotel, strutturato su più immobili, la reception deve avere una distanza massima di 200 metri.

Le risorse economiche ricavate dalla vendita di parte delle “camere” dovranno obbligatoriamente essere reinvestite, in interventi di riqualificazione (restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia) della struttura ricettiva. A tali strutture si potranno applicare anche gli incentivi urbanistici regionali per il riuso e la rigenerazione urbana, in grado di fare acquisire all'hotel una classificazione superiore a quella attribuita in precedenza, minimo 3 stelle. 

Da quest’ultimo obbligo sono ovviamente esclusi i 4 stelle o superiori. Gli interventi da realizzare dovrebbero puntare alla crescita della qualità e della sicurezza. Ogni proprietario di questi minialloggi, potrà utilizzare in via esclusiva per l'intero periodo di apertura dell’intera struttura turistico-ricettiva o per un periodo più limitato. Il proprietario potrà, in alternativa dare il proprio alloggio in gestione all'hotel, affinché siano assegnate alla clientela per il servizio alberghiero.

Infine, è opportuno sottolineare che la normativa consente ai Comuni modalità semplificate di adeguamento degli strumenti urbanistici per favorire la realizzazione di queste iniziative che valutiamo particolarmente indicate per chi potrà, dovrà o vorrà utilizzare periodi significativamente lunghi di permanenza in questi “nuovi hotel”.

Giulio Capello

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