Si tratta di un’iniziativa che farà capire quanto l’autonomia sia importante per chi ha un handicap.
Il 3-4 e 5 novembre verranno organizzate in varie città italiane iniziative legate a questo progetto, dalle ore 15 alle 16 in modo da essere tutti sincronizzati e manifestare nello stesso momento così da potere far arrivare il messaggio in modo chiaro. Stiamo parlando di una rete di persone disabili che si sono conosciute sui social network dopo una serie di discussioni nate attorno al tema della “Vita Indipendente” e che hanno deciso di mobilitarsi per sensibilizzare sull’importanza dell’autonomia e dell’assistenza personale e così in molte piazze italiane tante persone disabili e non si ritroveranno con l’obbiettivo di sostenere questi principi.
L’idea è nata dalla volontà di due sorelle Maria Chiara ed Elena Paolini (nella foto in basso), disabili, di far sentire la propria voce e di far capire quanto l’indipendenza sia una conquista basilare per i portatori di handicap perché anche per chi ha delle difficoltà autonomizzarsi è un traguardo possibile da raggiungere. Avere una vita indipendente per un disabile vuol dire vivere come tutti, poter prendere decisioni riguardanti le varie attività da svolgere in piena libertà, fare le proprie scelte senza dover per forza dipendere da qualcuno e questo può solo portare benefici a chi ha una disabilità con cui convivere.
Bisogna abbattere tutte le barriere esistenti, non solo quelle architettoniche ma soprattutto quelle culturali ancora troppo presenti nella nostra società e “Vita Indipendente” intende proprio proporre qualcosa di diverso finalizzato a creare più spazi di autonomia per i portatori di handicap. L’assistenza personale sarà gestita indirettamente cioè con l’autogestione dei fondi che servirebbero per pagare assistenti personali scelti dal disabile stesso o da coloro che si occupano della tutela di coloro che non sono in grado di scegliere direttamente.
Locandina: date e luoghi delle manifestazioni in Italia
Non è la tradizionale assistenza perché l’aiuto, i tempi e le modalità vengono decisi dalla persona disabile, non è più l’ente che decide ma il fruitore dell’assistenza e ciò vuol dire anche avere a disposizione servizi su misura, creati in base ai problemi di ogni singolo individuo, una personalizzazione che porta notevoli vantaggi a chi è assistito. Il vecchio modello medico/assistenziale non esiste più ma il suo posto è stato preso da una nuova metodologia che dà direttamente i fondi in mano alla persona disabile così potrà gestire autonomamente i suoi tempi e deciderà se e quando ricevere assistenza.
Va sottolineato il fatto che comunque i fondi stanziati per l’assistenza sono ancora pochi e insufficienti a coprire le necessità di ognuno perché in molte regioni d’Italia nonostante i progressi che sono stati fatti la Vita Indipendente resta un concetto sconosciuto anche perché ci sono troppe restrizioni come il limite d’età o il reddito personale, presi come metro di scelta degli aiuti. E la questione è abbastanza urgente perché quello che viene offerto al momento non basta per aiutare chi possiede una disabilità, molti si trovano costretti a una specie di “arresti domiciliari” perché non sanno come muoversi e non hanno potere decisionale.
È un progetto ambizioso che potrebbe portare davvero molti vantaggi non solo ai disabili in prima persona ma anche a tutti quelli che vivono a contatto con loro perché sentirsi autonomi, non dover dipendere da nessuno rende queste persone più sicure di sé e più ben disposte verso il mondo.
Valentina Trebbi
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