Una sola soluzione non c’è, ma facciamo il punto sullo stato delle cose.
Le migrazioni di popoli, si sono succedute più volte nella storia, successivamente si sono intensificate, vuoi per la globalizzazione, o per una maggior informazione, o per migliori mezzi di trasporto. Fame, malattie guerre civili e religiose hanno spinto migliaia di persone a cercare una sistemazione migliore.
Le rotte ancora fattibili sono le vie del mare, che sono anche le più pericolose, per cui i paesi interessati maggiormente sono: Italia, Grecia, Turchia Spagna che hanno le coste più vicine. Le vie di terra sono state chiuse da paesi che non consentono il libero passaggio delle popolazioni in marcia.
L'Europa non assume una pozione decisa, lasciando libere le individuali nazioni, che pressate dalla destra populista usano il pugno di ferro, vedi Francia, Inghilterra, Austria e Paesi Scandinavi, la sola Germania sembra adottare una politica più tollerante. Allora mentre alla UE si discute se aiutarli in patria, come bloccare gli scafisti; si lavano la coscienza consentendo hai paesi (Italia e Grecia) di sforare mezzo punto dai conti, di avere qualche fondo.
Ma la situazione si sta aggravando, stanno diventando veramente troppi, e nelle zone dove sono maggiormente presenti, gli italiani sono giustamente stanchi, perché aumenta la microcriminalità, lo spaccio, gli stupri e assistiamo allo squallido fenomeno dello sfruttamento. Non penso che il sogno di questi giovani fosse quello di raccogliere dei pomodori in Italia, sottopagati. Della tanto pubblicizzata integrazione rimane ben poco.
Immagine: mappa dei flussi migatori forniti dall'UNHCR
Intanto facciamo chiarezza su come si differenziano per categoria le persone che entrano nel nostro paese:
Il ricongiungimento familiare: diritto del/la cittadino/a straniero/a che vive in uno stato di richiedere l'ingresso dei familiari che risiedono all'estero, al fine di ristabilire in modo continuativo l'unità della propria famiglia.
Migrante ambientale: persona che è stata costretta a lasciare il proprio habitat tradizionale, temporaneamente o permanentemente causa di un'interruzione ambientale (naturale e/o causata dall'uomo) che ha messo in pericolo la sua esistenza e/o gravemente influito sulla qualità della sua vita.
Richiedente asilo: è la persona che fuori dal proprio paese d'origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale. questo rimane tale, finché le autorità competenti non decidono in merito alla stessa domanda di protezione.
Rifugiato politico: persona che temendo di essere perseguitato per motivi razziali, religiosi, nazionalità, appartenenza ad un gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal paese d'origine di cui è cittadino non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Stato.
Vorrei concludere con alcuni dati che rendono chiara l'idea a quali rischi si espongano pur di fuggire dalla loro realtà. Nell'anno 2017, a fronte di 27000 arrivi, si stima che 2600 persone abbiano perso la vita nelle acque del mediterraneo, siamo nell'ordine del 10%.
Queste poche righe sono considerazioni personali, ma l'argomento merita una più approfondita discussione. Magari circoscrivendo il problema alla nostra Regione.
Gianluca Palmieri
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