Nella Scuola Media "G. Dozza", si è tenuto recentemente un incontro sul bullismo che ha coinvolto genitori e insegnati.
Il bullismo è prevaricazione, persecuzione ed umiliazione dell’altro. Il bullismo giovanile è presente non solo nelle scuole, ma anche nelle palestre e nei luoghi di aggregazione giovanile. Il bullo è un giovane a rischio devianza, che imponendosi o essendo supportato dal gruppo di coetanei, spadroneggia e umilia i malcapitati che prende di mira. Si tratta di una devianza, che superata l'età adolescenziale, può evolvere in un adulto sociopatico, con tendenze violente, quando non apertamente delinquenziali.
Le vittime dei bulli, siano essi bambini, adolescenti e adulti, vivono sulla loro pelle frustrazione, paura e isolamento. In ogni caso, è fondamentale per il bullo, il sostegno e/o la sottomissione di un gruppo di coetanei, per poter tormentare impunemente la vittima. I bulli adulti, generalmente vengono respinti dalla società e qualora degenerino in senso criminale, provvedono le forze dell'ordine, ma per prevenire il bullismo giovanile, la scuola riveste un ruolo fondamentale. In questo senso, la scuola non ha solo una funzione educativa, ma è luogo di prevenzione, spazio privilegiato dove si impara ad ascoltare sé stessi e gli altri: una scuola di “emozioni”, prima ancora che nozioni.
Oggi più che mai, è particolarmente prezioso il contributo degli esperti del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, che in collaborazione con l’Istituto Comprensivo 1, hanno attivato il Progetto SERES a Bologna, con un percorso, che coinvolge i tre plessi della scuola primaria, con azioni d'intervento nelle classi e incontri formativi per insegnanti e genitori. La dott.ssa psicologa Luana Fusaro, pochi giorni fa ha incontrato insegnanti e genitori nella Scuola Media “Giuseppe Dozza”; cioè i docenti e le famiglie impegnati nel progetto SERES. La dott.ssa Fusaro, ha colto l’occasione dell'incontro, per analizzare il livello d'acquisizione di competenze, nella prevenzione e gestione delle situazioni conflittuali tra i fanciulli.
Foto: incontro tra i genitori e la psicologa Luana Fusaro
L’incontro è stato un momento privilegiato di riflessione sul bullismo, valutando quanto spesso si tenda a puntare il dito sul singolo, sia esso bullo o vittima, e si escluda la responsabilità del gruppo. Il gruppo riveste il ruolo nebuloso di chi osserva, vede, o si diverte, forse non condivide, ma si astiene dall'intervenire. Il contesto nel quale il bullo "sguazza" si può riassumere nelle seguenti frasi: "se non mi combattono, mi approvano"; "se stanno in silenzio asseriscono"; "se ridono, allora mi supportano!".
A questa miscela esplosiva di sentimenti, gli insegnanti e i genitori sono chiamati ad agire, promuovendo una cultura fatta di solidarietà, rispetto, assertività, empatia, comunicazione. Negli anni, l’Istituto Comprensivo 1 di Bologna, ha dedicato molta attenzione al bullismo, compresa il più recente cyberbullismo, un fenomeno che irrompe sempre più prepotentemente fra i giovanissimi.
Seminari come quello del 4 maggio, diventano sempre più fondamentali per informare e formare in adulti e giovani la consapevolezza e gli strumenti atti a spezzare le dinamiche negative del gruppo. Queste attività sono finanziate dal Progetto più ampio "Be a buddy not a bully", nell’ambito del programma ERASMUS + KA2. Il progetto coinvolge l’Italia e altri sei paesi dell'Unione Europea, coordinati dalla Grecia. Il Comprensivo 1 di Bologna, è il portabandiera nazionale del progetto, la mission riguarda il benessere personale e relazionale di tutte le sue componenti: studenti, insegnanti, famiglie, territorio.
Luciano Bonazzi
Le informazioni tecniche sono state fornite da Jenny Canzonieri.
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