Un’analisi sull’implementazione dell’Agenda 2030 in Italia.
Siamo a metà strada dallo scadere dell’Agenda 2030 sancita dai 193 Paesi dell'ONU nel 2015 per costruire un futuro più prospero per il nostro pianeta e le persone che lo abitano; ma ancora molto lontano dal raggiungimento dei suoi traguardi in Italia.
È quello che racconta il nuovo “Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Italia” redatto dall’Associazione italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Un documento frutto del contributo di numerosi esperti provenienti da oltre 270 organizzazioni parte di ASviS, che disegna una panoramica su come stiamo andando riguardo agli Obiettivi dell'Agenda 2030 e i suoi 17 Goal.
Il documento, oltre a fornire aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori della comunità internazionale per l’attuazione dell’Agenda, si incentra in particolare sul contesto nazionale, articolandosi su due principali livelli:
• un’analisi sullo stato di avanzamento del nostro Paese sia a livello macro per l’implementazione dell’Agenda 2030 nel suo complesso, sia a livello micro con un’analisi approfondita per ogni singolo Goal;
• un quadro organico di raccomandazioni di policy, da sottoporre ai vertici di governo, per segnalare gli ambiti di intervento rispetto al raggiungimento di una sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo.
Immagine: logo Agenda 2030
Rispetto al contesto internazionale, l'ONU dichiara nel report: “The Sustainable Development Goals Report 2023” che soltanto nel 12% dei paesi valutati si è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall'Agenda 2030. Più della metà, invece, nonostante qualche progresso, sono “moderatamente o gravemente fuori strada” e circa il 30% non ha registrato alcun avanzamento o si trova oggi in una condizione peggiore di quella del 2015. A livello europeo, gli indicatori dell’ASviS mostrano che dal 2010 si è verificato un avanzamento per gran parte degli Obiettivi, ma in molti casi si tratta di miglioramenti contenuti e ancora insufficienti per centrare i target dell’Agenda 2030 entro la sua scadenza.
Guardando in modo complessivo alla situazione italiana, il documento mostra chiaramente che il nostro Paese non ha abbracciato in modo convinto e concreto la strada dello sviluppo sostenibile e non ha adottato una visione d’insieme delle diverse politiche pubbliche per la sostenibilità. Davanti alla complessità degli ultimi anni e dei fatti sistemici che li hanno caratterizzati, sono stati fatti alcuni passi avanti, ma viene evidenziata la mancanza di un impegno chiaro, deciso, e coerente da parte della società nel suo insieme, delle imprese e dei decisori politici. Questa tendenza ha condotto l’Italia verso una situazione non più sostenibile a livello di sviluppo, che si discosta in modo importante dagli obiettivi indicati dall’Agenda 2030.
Più nello specifico, gli indicatori elaborati dall’ASviS per l’Italia mostrano peggioramenti rispetto al 2010 per i seguenti nove Goals: per la povertà (Goal 1), i sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), la qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), la governance (Goal 16) e la partnership (Goal 17), una sostanziale stabilità per gli aspetti legati al cibo (Goal 2), alle disuguaglianze (Goal 10) e alle città sostenibili (Goal 11). Si registra per gli altri otto Goal miglioramenti inferiori al 10% in 12 anni, eccetto che per la salute (Goal 3) e l’economia circolare (Goal 12), per i quali l’aumento è leggermente superiore. Nonostante il principio chiave dell’Agenda 2030 sia “non lasciare nessuno indietro”, si registra all’interno dell’Italia un forte peggioramento delle disuguaglianze territoriali.
Immagine: logo Impronta Etica 20 anni
Per colmare le attuali lacune e dare una svolta alla situazione in cui siamo immersi, l’ASviS propone a conclusione del documento 13 linee di intervento trasversali ed intersezionali, prioritarie e determinanti per consentire all’Italia di fare un balzo in avanti verso l’attuazione dell’Agenda 2030. A partire da una cura rispetto al tema al sociale volta all’integrazione e alla realizzazione di un tessuto equo e inclusivo che si occupi in modo eguale di donne, giovani, immigrati; al rinnovamento dei nostri sistemi produttivi in ottica di concretizzazione di una efficace transizione ecologica determinata dallo sviluppo tecnologico e un rafforzamento del nostro ordinamento giudiziario come contrasto alla criminalità, alla corruzione sistemica e capace di una proliferazione normativa recettiva ed efficace.
Per concludere, rispetto a questa panoramica segnata da molteplici ombre e difficoltà, deve rimanere vivo un comune senso di convinzione e motivazione rispetto agli obiettivi da raggiungere e il loro significato più profondo. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono una bussola capace di orientare le nostre politiche verso un futuro sostenibile per noi e per le future generazioni. Solo lavorando insieme in modo ingaggiato e convinto verso la meta, potremo realizzare quella svolta concreta che permetterà di cambiare il destino del nostro pianeta e della nostra comunità.
A cura di Impronta Etica
Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).