I risultati emersi dal Rapporto ASviS 2020.
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno espresso un chiaro giudizio in merito alla insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e, in risposta a questa considerazione, hanno approvato l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. In questo contesto, l’Agenda 2030 si delinea come un quadro di riferimento per tutti coloro che credono in un nuovo modello di sviluppo su cui impostare azioni e politiche.
In Italia, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarli allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Ogni anno ASviS redige e pubblica il Rapporto ASviS “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”: una fotografia, sulla base di solidi dati statistici, del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Italia, oltre che aggiornamenti sull’impegno della comunità internazionale.
Il Rapporto 2020, realizzato grazie al contributo di centinaia di esperti appartenenti dalle oltre 270 organizzazioni aderenti all’ASviS, mostra come la pandemia stia determinando in tutto il mondo una battuta d’arresto e un arretramento nel cammino verso l’attuazione dell’Agenda 2030.
Foto: nuvole grigie sullo Sviluppo Sostenibile
Tra gli aspetti positivi da registrare nell’ultimo anno emerge in modo netto l’orientamento dell’Unione Europea a favore dello sviluppo sostenibile. Già il programma politico della nuova Commissione, che ha assunto l’Agenda 2030 come riferimento di tutte le politiche europee, rappresentava una netta discontinuità rispetto al passato, ma l’aver mantenuto questo orientamento nei programmi di risposta alla crisi ha impresso un’accelerazione straordinaria al dibattito pubblico negli Stati membri sulla centralità della transizione ecologica, della transizione digitale e della lotta alle disuguaglianze.
Per quanto riguarda invece la situazione italiana, il percorso verso l’Agenda 2030 dell’ONU - che appariva già in salita prima della crisi - diventa ancora più difficile: nel 2020, infatti, si registra un peggioramento rispetto l’anno precedente di 9 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Per rispondere a tale situazione emergenziale è necessario intraprendere immediatamente il cammino verso una transizione ecologica “giusta”, capace di generare nuova occupazione e sviluppo economico e sociale, utilizzando in modo coerente le risorse europee e nazionali per rilanciare il Paese in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Il Rapporto 2020 mette in luce come rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tra il 2010 e il 2019 l’Italia mostri segni di miglioramento in otto aree: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, sistema energetico, innovazione, modelli sostenibili di produzione e di consumo, lotta al cambiamento climatico. Per sei aree, invece, la situazione peggiora: povertà, acqua, condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, ecosistema terrestre e cooperazione internazionale, mentre per i restanti tre (condizioni delle città, ecosistema marino e pace, giustizia e istituzioni solide) la condizione appare sostanzialmente invariata.
Immagine: logo di Impronta Etica
Per colmare i gap che separano l’Italia al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, permettendole pertanto di percorrere il sentiero verso una rotta sostenibile, l’ultimo capitolo del Rapporto riporta una serie di proposte concrete e azioni da intraprendere per migliorare le performance economiche, sociali e ambientali del nostro Paese e per superare il periodo di crisi attuale investendo le risorse a disposizione in modo lungimirante. Le proposte illustrate si delineano facendo riferimento a sette aree tematiche: crisi climatica ed energia; povertà e disuguaglianze; economia circolare, innovazione e lavoro; capitale umano, salute ed educazione; capitale naturale e qualità dell’ambiente; città, infrastrutture e capitale sociale; cooperazione internazionale.
In conclusione, i prossimi mesi saranno cruciali per disegnare e impostare le politiche pubbliche del prossimo triennio. La domanda che proviene dalle persone, dalle organizzazioni e dalle istituzioni a favore dello sviluppo sostenibile è più forte che mai proprio perché la crisi ha reso evidenti le profonde interazioni esistenti tra le dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali. L’Unione Europea ha chiaramente indicato la strada da percorrere e l’Italia può essere protagonista di questa trasformazione cogliendone gli enormi vantaggi da essa derivanti.
A cura di Impronta Etica
Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).