I nuovi obblighi per le imprese riguardo agli impatti su diritti umani e ambiente.
Con il termine Due Diligence, si intende l'obbligo giuridico per le imprese di istituire e attuare processi adeguati al fine di prevenire, mitigare e tenere conto dei diritti umani (compresi i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro), dell'impatto in termini sanitari ed ambientali, anche in relazione ai cambiamenti climatici, per quanto riguarda le attività sia dell'impresa stessa che della sua catena di approvvigionamento.
Fino ad oggi numerosi Paesi Europei hanno integrato, nella loro legislazione, in modo autonomo regolamenti e atti normativi che rendessero vincolanti gli obblighi di Due Diligence in merito all’ambiente e ai diritti umani, in mancanza di una legislazione unica europea.
La proposta di Direttiva, pubblicata lo scorso febbraio dalla Commissione Europea, nasce proprio con lo scopo di uniformare la normativa esistente in materia a livello nazionale superando la frammentazione e ponendo le basi per una generale cultura aziendale incentrata sulla gestione de rischi e degli impatti a livello europeo, integrandosi con le direttive vigenti a livello comunitario.
Foto: Palazzo della Commissione Europea
Gli obblighi da essa previsti riguardano due gruppi di imprese: le imprese con più di 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale che supera i 150 milioni di euro, e le imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale che supera i 40 milioni di euro operanti in specifici settori a rischio come quello agroalimentare, minerale e tessile. Le piccole e medie imprese non sono direttamente coinvolte dagli obblighi della proposta di Direttiva, ma verranno comunque condizionate indirettamente dalla loro adozione da parte delle grandi imprese, sia in quanto realtà posizionate nella catena di fornitura di queste ultime, sia in qualità di attori economici che operano in uno scenario che vede la Due Diligence e i suoi principi come sempre più rilevanti nella realtà presente e futura.
La proposta di Direttiva prevede che le imprese rientranti nelle categorie sopra citare applichino i seguenti obblighi:
• Integrare i diritti umani e la Due Diligence ambientale nelle loro politiche aziendali e adottare una propria politica di Due Diligence specifica da considerare prioritaria per l’impresa.
• Compiere un’analisi volta ad individuare gli impatti negativi effettivi e potenziali in materia di diritti umani ed ambiente derivanti sia dalle loro attività che da quelle da loro controllate con cui l’impresa ha rapporti consolidati.
• Adottare misure proporzionate ed attuabili per prevenire e mitigare i potenziali impatti, sviluppando e attuando un piano d'azione di prevenzione.
• Porre fine agli impatti negativi effettivi o, dove impossibile, ridurli al minimo.
• Consentire alle parti interessate di presentare loro reclami, istituendo una procedura per trattare e gestire tali operazioni.
• Effettuare valutazioni periodiche delle loro operazioni e misure.
Immagine: Impronta Etica 20 anni
La proposta di Direttiva è ora oggetto di discussione da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio, una volta approvata gli obblighi si applicherebbero quindi alle imprese appartenenti al primo gruppo entro due anni e alle imprese che rientrano negli specifici settori "a rischio" facenti parte del secondo gruppo entro quattro anni dall'entrata in vigore della Direttiva.
La Proposta segna un passo importante per la legislazione comunitaria in materia di Due Diligence, rappresentando la volontà europea di definire il tema della responsabilità d’impresa sui propri impatti riguardanti l’ambiente e i diritti umani come un punto cruciale della strategia di sostenibilità delle imprese europee, accompagnandole nel delineamento di piani d’azione volti a minimizzarli o porne fine.
È possibile scaricare il testo completo della proposta di Direttiva al seguente link.
A cura di Impronta Etica
Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).