Le vedute in esposizione di Vittorio Guacciamanni, Gaspare Gambi e Romolo Liverani.
Si è aperta lo scorso sabato l’esposizione di quadri al Museo della Marineria a Cesenatico dal titolo “La riviera dell’incanto” acque e terre dai punti di vista di tre pittori vissuti tra l’inizio dell’Ottocento e la seconda metà del secolo scorso.
Nella mostra sono esposte 33 opere grafiche, normalmente custodite in collezioni pubbliche (Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza e Biblioteca Comunale Aurelio Saffi di Forlì) nonché private (Giorgio Costa e Gianignazio Cerasoli). I quadri vertono sulla rappresentazione del mare e degli abitanti della costa, ritraendone la magia. Sono immagini avvolte in un ambito “incantato e sospeso”, seppure rendano l’antico e veritiero stato dei luoghi, prima dei cambiamenti introdotti con l’aumentare del turismo.
Immagine: parte della locandina della mostra
A fare da capofila sono i punti di vista romantici di Romolo Liverani (1809-1872), espressi soprattutto a metà del XIX secolo. SI tratta di impressioni ricavate dal vero, disegnate a matita e poi ripassate con l’acquerello. Vi sono anche due disegni di Liverani che rappresentano il borgo di Cesenatico prima del terremoto del 1875, oltreché alcune opere che ritraggono le città di Pesaro e Rimini, con incantevoli vedute del mare, dove lo sguardo si perde nell’infinito e i pescatori raccontano la fatica del lavoro. Altri quadri riproducono le torri costruite per difendere il territorio dai pirati, come ad esempio la “Torraccia” nella pineta di Ravenna. Le opere di Liverani descrivono monumenti minacciati dal passare del tempo e viste urbane ormai scomparse come il ponte di Rimini sul torrente Ausa, il fortino napoleonico a Pesaro e il Canale di Ravaldino a Forlì, riprodotto al chiaro di luna.
La mostra prosegue con le incisioni di Vittorio Guacciamanni (1859-1938) di Ravenna e del suo alunno Gaspare Gambi (1889-1968). Il primo è un genuino detective della realtà locale e il secondo a partire dal dato reale trasforma il soggetto, facendolo comparire come irreale e fantastico. I due pittori rappresentano il mondo della campagna di Ravenna e la pineta, zona di frontiera tra la costa e l’entroterra: capanni da pesca, barche ormeggiate nel porto e tramonti da togliere il fiato. In particolare risaltano le immagini della pineta, minacciata dall’opera distruttrice degli esseri umani e posta sotto tutela nel 1905 su proposta del senatore Luigi Rava.
Interessante è anche la relazione tra arte e letteratura, tra segno grafico e citazioni letterarie riportate in pannelli a commento delle opere.
Silvia Saronne
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