Torna a Bologna il Polittico Griffoni.
La cultura cittadina riparte dal Polittico Griffoni. Una mostra già straordinaria di per sé si ammanta di un significato che non era stato preventivato ovvero quello di fare da traino a una nuova stagione di eventi in un’era post-pandemica. Fortemente voluta dal Presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi-Monaco, La riscoperta di un capolavoro oltre a riportare a Bologna a Palazzo Fava un’opera d’arte pensata 500 anni fa per la Basilica di San Petronio, racconta una storia resa ancora più affascinante, se così si può dire, da un’inaugurazione mancata programmata per la prima metà di marzo di quest’anno.
Foto: Polittico allestimenti
Delle vicende ultime, il fatto più importante da segnalare è la nascita di un protocollo per permettere di visitare la mostra in sicurezza – ampliamento degli orari di apertura, ingressi contingentati, prenotazione obbligatoria e, ça va sans dire, utilizzo di dispositivi di protezione individuale - a partire dal 18 maggio fino alla fine dell’anno. I dettagli della chiusura sono ancora da definire (originariamente le opere sarebbero dovute rientrare nelle loro sedi a fine giugno 2020) visto il numero dei soggetti coinvolti ovvero i nove musei internazionali che hanno prestato le tavole che compongono il capolavoro e che si sono rese disponibili a una proroga: dall’Italia la Pinacoteca di Brera di Milano, i Musei Vaticani, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, la Collezione Vittorio Cini di Venezia e la collezione Cagnola di Gazzada in provincia di Varese mentre dall’estero la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, la National Gallery of Art di Washington, il Museum Boijmamans Van Beuningen di Rotterdam.
Foto: Polittico alcune delle opere in mostra
Ma partiamo dall'inizio. Il Polittico Griffoni è una pala d’altare dedicata a San Vincenzo Ferrer realizzata presumibilmente tra il 1470 e il 1472 dal ferrarese Francesco del Cossa, uno degli artisti di grido dell’epoca, con la collaborazione di Ercole de’ Roberti: i due crearono un sodalizio che diede vita a Bologna a uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano. Nel 1725, oltre 250 anni dopo, della cappella già appartenuta alla famiglia di Floriano Griffoni dentro San Petronio divenne proprietario Pompeo Aldrovandi. Questo avvicendamento non giovò all'opera: il Monsignore e poi Cardinale, fece smembrare la pala in tanti "quadri di stanza" della residenza di campagna della sua famiglia a Mirabello, nel ferrarese, segnandone così il destino. Nel corso dell’Ottocento le singole porzioni intrapresero la via del mercato e del collezionismo privato arrivando oggi nei musei sopra citati. Mauro Natale che con Cecilia Cavalca ha curato un lavoro durato più di due anni visibile al piano nobile di Palazzo Fava, proprio per questo motivo dice che siamo di fronte a «un piccolo grande miracolo vedere riuniti fisicamente in uno stesso luogo una delle opere più importanti della storia figurativa di questa regione della seconda metà del Quattrocento».
Foto: Polittico Piano 1 Sala I Carracci
«Un’utopia espositiva resa possibile dalla fiduciosa determinazione di Fabio Roversi-Monaco» come sottolinea Natale (curiosità: causa Covid non ha ancora avuto occasione di visitare la mostra) che sana una ferita per la città e restituisce pace agli storici dell’arte che ne hanno discusso a partire dal 1934, data in cui lo studioso Roberto Longhi ha aperto un dibattito in corso ancora oggi. Se al primo piano si possono quindi vedere le 16 tavole originali oltre alla pala per come appariva ai bolognesi di fine ‘400 ricostruita con tecnologie digitali dalla sapienza della Facta Foundation di Adam Lowe, il piano superiore ospita invece "La materialità dell’aura: nuove tecnologie per la tutela", una sezione che passa in rassegna le potenzialità dei nuovi strumenti per la tutela e la condivisione del patrimonio culturale. Prima di visitare la mostra, i curiosi possono già entrare nelle sale di Palazzo Fava da casa: sul canale YouTube di Genus Bononiae si possono vedere, oltre agli appuntamenti pensati per i bambini dai Servizi Educativi dell’istituzione, i video realizzati dalla bolognesissima star dei social Luis Sal mentre dal 1° giugno su Sky Arte sarà disponibile on demand il documentario La riscoperta di un capolavoro – Il Polittico Griffoni.
La riscoperta di un capolavoro – Il Polittico Griffoni. Dal 18 maggio a Palazzo Fava (via Manzoni 2). Da lunedì a domenica dalle 9:00 alle 22:00 (accesso fino a un’ora prima della chiusura). Biglietto 15 euro e riduzioni 10-12 euro.
Tutte le info: https://genusbononiae.it/mostre/la-riscoperta-di-un-capolavoro
Giorgia Olivieri
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS