La poesia e la danza inaugurano il weekend bolognese delle artiste.
Febbraio dice
parole di tramestio nelle tane
e in ogni radice cresce
un formicolìo di valvole accese.
Ascolta. Una cocciutaggine d'intesa
prelude piano piano la ripresa
il perdifiato dei fiori. Saranno qui
fra poco. Di nuovo nuovi. Intatti.
Scandalosi.
M. Gualtieri, "Gemma dell'anno prossimo", in "Le Giovani Parole".
Oggi, venerdì 9, e domani, sabato 10 marzo, quattro grandi artiste del contemporaneo, Mariangela Gualtieri, Isadora Angelini, Silvia Gribaudi, Cristiana Morganti, ci offriranno un weekend di immersione nella danza e nella poesia, ognuna secondo il proprio stile e la propria visione ma tutte legate da un motivo comune: la tensione al bello e alle sue manifestazioni.
Si comincia questa sera con due letture poetiche, Bello mondo il rito sonoro di Mariangela Gualtieri (articolo correlato su BNB: La bellezza e l’incanto nella poesia cristallina) e Emily. Il giardino nella mente l'omaggio a Emily Dickinson di Isadora Angelini, entrambi alle ore 21:00, rispettivamente presso la Biblioteca Luzi di San Pietro in Casale e al Teatro Ridotto di Lavino di Mezzo. A seguire, sabato 10, sempre alle ore 21:00, le coreografie di R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento e A Fury Tale, di Cristiana Morganti all'Arena del Sole di Bologna.
Foto: spettacolo di Silvia Gribaudi R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi
Ieri, giovedì 8 marzo 2018, si è celebrata la Giornata Internazionale della Donna, che, attraverso una serie di iniziative (manifestazioni, incontri, maratone, spettacoli, tavole rotonde) e un grande sciopero generale, ha coinvolto oltre 70 paesi del mondo in una protesta collettiva contro la violenza sulle donne e le sue sfaccettature: fisica, sociale, politica. In Italia, Bologna compresa, lo sciopero è stato organizzato da Nonunadimeno.
La risposta a tutto questo, benché risoluta, ha portato con sé una forte tensione alla novità e uno stato di piacevolezza diffusa, che nella sua unicità dovrebbe, per usare le parole del filosofo François Cheng. “offrirci l'occasione di guardare l'universo come se fosse la prima volta, come all'alba della creazione del mondo”.
Si potrebbe pensare a una felice esperienza catartica e punto e stop ma non è così. Qualcosa è cambiato. C'è una corrente parallela in movimento, opposta alle attuali derive conservatrici, che si è dimostrata capace di lavorare in ottica transnazionale e che non è intenzionata a fermarsi. Sembra che la vera sfida cui sono chiamate le donne del nostro tempo sia innanzitutto un atto di fede: fede in se stesse, nel poco ovvio, nel rispetto e nella valorizzazione delle specificità e delle differenze.
Ed ecco che, per esempio, con Bello mondo anche Mariangela Gualtieri compie a nostro parere un atto rivoluzionario. La pluri premiata poetessa di Cesena e drammaturga del Teatro Valdoca, sceglie, con il suo rito sonoro, di condividere con noi la lettura di alcuni suoi versi, rivolti, lo dice il titolo, alla celebrazione e alla cura della bellezza che ci circonda.
Foto: primo piano della poetessa Mariangela Gualtieri
Natura e invisibile si fondono nelle esplorazioni dell'intimità facendosi tutt'uno e il poeta-sacerdote sceglie di festeggiare le apparizioni del sottile con un'opera che di fatto è un ringraziamento. “Bello, bello, bello mondo, bello ridere di/ mondo in luce mattutina in/colorazione di mondo con stagioni e popolazione e animali” canta l'autrice in una delle sue più note raccolte, Fuoco Centrale, edita da Einaudi nel 2003.
L'attrice e regista Isadora Angelini sceglie invece di dare voce a una delle prime poetesse dell'età moderna, la statunitense Emily Dickinson, attingendo in particolare agli “envelope poems”, frammenti di lettere e poesie che la Dickinson scrisse quando a quarant'anni scelse di chiudersi nella sua stanza per dedicarsi completamente alla parola poetica, producendo un'enorme quantità di opere dense di speranza, implicitamente rivolte al futuro e a coloro che verranno.
La danza di Silvia Gribaudi e Cristiana Morganti ci parla di contro attraverso i corpi, imperfetti e sublimi come quelli di R.OSA, oppure uguali ed eccezionali come quelli di A Fury Tale, interpretati da due figure gemelle, Anna Wehsarg e Anna Fingerhuth, dirette da una delle più note allieve del Tanztheater Wuppertal, il teatro fondato da Pina Bausch.
Foto: spettacolo A Fury Tale
La prima, con ironia e umorismo riflette sul ruolo che il corpo della donna occupa oggi nella società e ci invita a osare, portandone in scena uno tondo tondo, che esce dalla prigione del modello per esibirsi in tutta la sua seducente singolarità. La seconda ci conduce tra le pieghe della rabbia e delle frustrazioni del mondo dell'immagine di oggi, dove tutti e tutte fanno a gara per portare avanti l'affermazione di sé senza più dialogare con quella dell'altro, speculare e distante al tempo stesso.
Teatri di persone, teatri di poesia. Questo weekend prendiamoci una pausa e concediamoci una festa, un rito. “Bello mondo”, dirselo è diventato essenziale.
Lucia Cominoli
Per ulteriori informazioni:
www.bologna.emiliaromagnateatro.com
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