Sono ancora tanti i disabili esclusi, lo conferma una ricerca promossa dalla FISH.
In occasione della Giornata Internazionale sulla Disabilità, lo scorso 3 dicembre, è stato presentato il libro: "La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia”.
Libro curato da Giovanni Merlo, direttore LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Ciro Tarantino, docente di Sociologia dei Codici Culturali e di Teoria delle Relazioni Sociali, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria.
Dallo studio condotto è emerso che, è essenziale combattere contro ogni forma di segregazione ancora molto presente nel nostro Paese. Sono tante le persone disabili che vivono rinchiusi in Istituti, strutture a cui non viene riconosciuto il diritto umano di vivere la loro libertà in una società inclusiva dove esiste il diritto di scelta di come e con chi vivere.
Immagine: copertina del libro
È ormai all'ordine del giorno sentire fatti di cronaca che descrivono condizioni inumane e degradanti. Il fenomeno della segregazione è sottostimato, una realtà poco considerata dalle Istituzioni; fondamentale è un impegno prima politico e poi normativo e culturale.
In Italia persistono servizi e strutture residenziali dove le persone con disabilità e gli anziani non autosufficienti vivono in condizioni segreganti e subiscono trattamenti inumani e degradanti. Sono pochi i casi segnalati alle Autorità competenti rispetto a quelli che effettivamente si verificano.
Fondamentale è l’intervento del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, l’organo a cui nel nostro paese viene attribuito, sulla base della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, il compito di monitorare le strutture che ospitano i disabili.
Chiara Garavini
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