Laboratorio di scrittura creativa N°9

Scrittura
Tipografia

Un genere molto amato da adulti e ancora di più da adolescenti: è l'horror. La psicologia della paura cattura il lettore.

Maestro ne è Stephen King, che parte da realtà ordinarie, quotidiane. La paura è di tre tipi: timor panico, paura dell'altro, paura dell'insolito, ma spesso interrelate. Al lettore serve per esorcizzare, per sdrammatizzare, dato che l'evento non lo riguarda. Prova un brivido piacevole, immedesimandosi. Il mondo familiare diventa estraneo: da questa contraddizione nasce l'angoscia. Il mondo dell'inconscio ha forme diverse a seconda delle persone, dell'infanzia di ognuna, con la tecnica dei flashback e dei vari caratteri tipografici. L'horror è l'affioramento di un trauma passato. Quello esotico è meno efficace.

Alla base dell'horror c'è il gotico, nato in Inghilterra a fine Settecento: castelli, carceri, conventi, grotte, cripte, eccetera, che si intersecano. Di solito c'è la mediterraneità a tinte forti e stereotipate, con significati simbolici: misteri, vendette, fantasmi, eccetera. Nel gotico la perversione è sempre castigata, fumosa e oscura, mentre i personaggi del Marchese de Sade sono freddi, distaccati e razionali. La paura dell'altro, del “doppio”, incarna la paura della perdita d'identità (“Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde” di R.L. Stevenson dell' Ottocento). Sdoppiamento vuol dire separazione dal proprio corpo; osservare la propria personalità al servizio di un volere superiore (alter ego in psicanalisi). È la paura che la natura ferina, violenta possa prendere il sopravvento.

Nell'horror c'è il vampiro romantico e seduttore e c'è la macchina di Frankenstein dell'Ottocento. Dracula e Nosferatu rappresentano la vita dopo la morte e svaniscono al sole. Il mostro spaventa per la sua diversità e somiglia sempre più all'uomo. Molto usati sono spettri e fantasmi. L'incipit, l'inizio della narrazione deve catturare. Ciò che spaventa è la natura ambigua e malvagia che può nascondersi dietro un volto normale. Spesso i serial killer dei thriller sono persone comuni. Qui la paura è più sottile di quella dell'horror: è sotto forma di tensione emotiva. Nell'horror ci si abbandona irrazionalmente alla paura, fino ad arrivare allo splatter. Le contaminazioni sono continue: possono esserci col poliziesco, col noir, con la detective story, con la fantascienza.

Nel thriller si fondono intreccio complesso, azione incalzante, aspetti polizieschi e elementi horror. Può esserci anche il soprannaturale. L’investigazione rassicura socialmente. Più i media si occupano del serial killer e più aumentano fascino e mistero. Dal primo, Jack lo Squartatore (1888) ad Hannibal, archetipi dell’orrore, che è sia esterno sia interiore e quest’ultimo oggi interessa di più. Alla base sono sempre le paure della mente, l’ambiguità di fondo, i vizi privati e le pubbliche virtù. I morti viventi sono gli zombi che rappresentano la minaccia senza volto. Il racconto horror è efficace se ci sono emozione e atmosfera; se il protagonista è attivo, razionale e altruista. È l’amore che appassiona il lettore.

E torniamo ai suggerimenti generali. Ricordate i concetti-chiave? “Mostrare senza dire”; sintetizzare; evitare retorica, didascalismo, banalità; parlare di un conflitto equilibrato ed esplicito fra forze antagoniste. Bisogna tenere desta l’attenzione senza soddisfarla del tutto. Riguardo l’idea di una storia, è bene porsi alcune domande: è una storia adatta a me? È troppo personale? C’è una vera trama? Cosa c’è in gioco? La trama è la linea invisibile che unisce tutti gli elementi della narrazione ed è costituita da causa-effetto.

A una trama esterna può aggiungersi una trama interna, per ostacolarla e/o rafforzarla. Le idee devono trasformarsi in qualcosa che succede, in scene, che procedono tramite dialogo e azione. Una scena deve far procedere la trama e rivelare i personaggi. Se la scena si mostra in modo naturale, come se avvenisse di fronte agli occhi del lettore, allora è stata scritta bene.
Si scrive per comunicare e per esprimere se stessi. Lo scrittore è soprattutto un incantatore che fa provare un piacevole brivido per la schiena al lettore, così come la buona musica. 

S.G.L.

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