Non è detto che essere più in là con gli anni sia svantaggioso quando si deve trovare lavoro.
Sono sempre di più le aziende che decidono di assumere gente più anziana rispetto ai giovani, questo significa che forse il Jobs Act si è rivelato più utile ai vecchi anche perché dagli ultimi dati Istat è emerso che i lavoratori attivi dopo i 50 anni sono aumentati ma sono in molti a sostenere che la riforma dal lavoro c’entri poco con questa particolare tendenza. Comunque stiano le cose è chiaro che gli ultracinquantenni sono tornati di colpo al centro dell’attenzione del mondo del lavoro e questo è dovuto anche a un semplice motivo demografico perché la popolazione italiana invecchia sempre di più e così l’età media delle persone occupate si sposta sempre più in avanti, se prima era di 38 anni adesso è 44.
In parte ha contribuito anche la riforma Fornero che ha notevolmente alzato la soglia media del ritiro dal lavoro a ben 67 anni ciò significa che un numeroso blocco di lavoratori ha conservato il suo impiego mentre se tale provvedimento non fosse entrato in vigore allora in molti sarebbero stati mandati a casa. E poi c’è da aggiungere che molti over 50 sono stati riassorbiti dal mercato del lavoro dopo che erano rimasti senza impiego e questo è stato possibile grazie ad alcuni sgravi contributivi che sono stati decisi dal governo, ma anche per un cambiamento culturale che si sta diffondendo in questi ultimi anni.
Una volta le aziende tendevano a far scivolare verso la pensione i lavoratori più anziani senza farsi troppi problemi e cercavano di fare in modo che andassero a casa il prima possibile in modo da risparmiare e aumentare la produttività assumendo gente più giovane invece attualmente un 50enne ha davanti a sé ancora parecchi anni di lavoro perché si è visto che molto spesso ottiene risultati più soddisfacenti di un giovane e poi è anche più fedele all’azienda stessa visto i tanti anni passati a lavorarci.
Foto: lavoratore over 65 insegna la tecnica a lavoratore più giovane
Altri fattori da considerare: molte persone con più di 65 anni sono tecnici specializzati nell’industria e questo è un particolare da non trascurare perché adesso è difficile trovare figure simili, inoltre la maggior parte di loro occupa posizioni medio-alte come nel controllo di gestione e infine il loro reinserimento nel lavoro è sempre un successo perché avendo magari vissuto la disoccupazione risultano essere più flessibili al contrario di tanti giovani che rendono poco e si abbattono se la mansione affidatagli non corrisponde alle loro aspettative. Le aziende più grandi cercano di coinvolgere gli over 60 nei corsi di formazione, quelle più piccole che sono la maggioranza non possono permettersi di sottrarre ore al lavoro per tenere corsi di aggiornamento per quelli più giovani altrove invece esistono le “quote d’argento” cioè l’abitudine di riservare un numero minimo di assunzioni per chi ha superato i 50 anni.
È vero che ciò comporterebbe un aumento della disoccupazione giovanile ma è altrettanto vero che non c’è più un efficace collegamento tra scuola e imprese; si creano pochi posti che corrispondono alle scelte universitarie che si intraprendono e i ragazzi non vengono aiutati a tracciare un percorso per il loro futuro. La società deve cambiare, la mentalità deve cambiare ma fino a quel momento ben vengano gli aiuti da chi ha più esperienza, da chi conosce il mondo del lavoro perché può rivelarsi davvero una risorsa preziosa.
Valentina Trebbi
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