Afghanistan. "Il grande gioco" di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani

Spettacolo
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Un epos che ridisegna, in un affresco a episodi, il rapporto tra Occidente e Afghanistan dal 1842 al 2010

Da mercoledì 14 a domenica 18 giugno è di scena all'Arena del Sole la prima parte di uno spettacolo che è già entrato nella Storia del Teatro contemporaneo, cominciando a muovere i primi passi nell'aprile 2009 al Tricycle Theatre di Londra per riscuotere il sold-out ovunque abbia messo piede, dall'Europa all'America fino al Pentagono.

Invasione e indipendenza 1842 – 1930, Il comunismo, i Mujahedin e i Talebani 1979 – 1996 e Enduring Freedom 1996 – 2010 sono i capitoli con cui il Tricycle Theatre, guidato da Indhu Rubasingham prima e Nicolas Kent poi, sceglie di suddividere la storia di questo piccolo pezzo di mondo ancora al centro degli attuali, delicatissimi equilibri internazionali.

Una scelta artistica coraggiosa, perfettamente in linea con l'impegno politico che fin dalle origini ha caratterizzato il meticcio teatro londinese e che qui sceglie di affidare la parola a tredici drammaturghi angloamericani, per dare vita a un'opera di drammaturgia collettiva che non offre interpretazioni unilaterali ma piuttosto uno sguardo esteso di messa a fuoco generale privo di lirismi e derive sentimentali.

A raccogliere la sfida di portare tutto questo in Italia ci hanno pensato Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, due maestri della regia e del teatro di parola, oggi direttori artistici del Teatro Elfo Puccini di Milano con cui insieme a ERT hanno dato vita a una coproduzione spettacolare rispettivamente di cinque e di sei episodi che sarà inizialmente presentata in due parti per poi essere unita in un'unica grande replica “day-long” così come anche in Inghilterra è stata concepita.

Gli episodi a cui questa settimana assisteremo all'Arena partono dai testi di Stephen Jeffreys (Trombettieri alle porte di Jalalabad), Ron Hutchinson (La linea di Durand) e Joy Wilkinson (Questo è il momento) che riguardano il periodo 1842 – 1930 e i testi di Lee Blessing (Legna per il fuoco) e David Greig (Minigonne di Kabul) che appartengono al periodo 1979 - 1996. 

Il Grande Gioco

Foto: una scena teatrale tratta da "Il grande gioco"

Cinque storie per venti personaggi, ritratti a tutto tondo, capaci di mantenere alto il livello di coinvolgimento del pubblico non solo con i loro ruoli e posizioni ma anche con le loro personalità. Così i protagonisti ci condurranno in viaggio sospeso tra documentario, influssi fiabeschi di stampo salgariano (complici gli affascinanti costumi e scenografie di Carlo Sala) e annotazioni didattiche che richiamano da vicino il teatro di Bertolt Brecht.

La scrittura angloamericana, la prediletta da Bruni e De Capitani, offre dal canto suo la capacità di affrontare temi complessi in maniera ludica e esatta insieme, costruita sul sottile equilibrio emotività-informazione, così come accaduto nel loro precedente “Angels in America”, un'altra grande opera a puntate di Tony Kushner che trattava il controverso tema dell'Aids e nella cui trasposizione i registi di distinsero al Festival Vie di Modena nel 2009.

Qui sullo sfondo resta il libro di Peter Hopkirk, “Il grande gioco”, in Italia edito da Adelphi e sostenuto con forza da Umberto Eco, che nella sua complessa analisi di oltre 600 pagine ci racconta come l’espressione ‘il grande gioco’ fosse stata “utilizzata per la prima volta nel 1827 da un ufficiale britannico, il capitano Arthur Conolly, per definire il conflitto, caratterizzato soprattutto dall'attività delle diplomazie e dei servizi segreti, che contrappose Gran Bretagna e Russia in Medio Oriente e Asia centrale nel corso di tutto il XIX secolo”. 

A far diventare l’espressione ‘the great game’ di uso comune sarà Rudyard Kipling, l'autore del celebre "Il libro della giungla" nel racconto Kim.

Lo spettacolo, dalla durata di 150' si terrà da mercoledì a venerdì alle ore 21, sabato alle ore 19:30 e domenica ore 16.

Lucia Cominoli


Per ulteriori informazioni e prenotazioni:

www.arenadelsole.it

www.elfo.org

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