I classici greci e latini riletti dagli artisti del cinema e del teatro contemporaneo.
Avremo tempo ancora fino a Pasqua, domenica 12 aprile, per seguire in diretta la rassegna: “Parole per noi”, voci di pensatori e di poeti classici, lette e interpretate da alcuni dei più grandi artisti del cinema e del teatro contemporaneo, ogni giorno alle ore 12 sui social dell’Università di Bologna.
L’iniziativa, inaugurata da Toni Servillo lo scorso 29 marzo, è ideata e promossa dal Centro Studi “La permanenza del Classico” diretto dall'ex rettore Ivano Dionigi, che, insieme al professore e filologo Federico Condello, sceglie così di mettere al centro i contenuti dei maestri della letteratura e della filosofia greca e latina, tra cui Omero e Virgilio, Eschilo e Platone, Seneca e Agostino, Lucrezio e Marco Aurelio.
Un momento da dedicare alla conoscenza e alla riflessione ma anche un’occasione per rileggere noi stessi e il periodo storico che stiamo vivendo.
Foto: l'attrice Sonia Bergamasco
L'intreccio tra il passato e il presente, con cui i classici ci mettono inevitabilmente a confronto, è infatti un dialogo costante, complesso e personale, così come Italo Calvino approfondì lucidamente nel suo celebre Perché leggere i classici, un’intima raccolta postuma, a cura della moglie Esther, pubblicata per la prima volta nel 1991 da Mondadori.
“L’attualità può essere banale e mortificante - scriveva Calvino-ma è pur sempre un punto in cui situarci per guardare in avanti o indietro. Per poter leggere i classici si deve pur stabilire «da dove li stai leggendo», altrimenti sia il libro che il lettore si perdono in una nuvola senza tempo. […] Forse l’ideale sarebbe sentire l’attualità come il brusio fuori dalla finestra, che ci avverte degli ingorghi del traffico e degli sbalzi metereologici, mentre seguiamo il discorso dei classici che suona chiaro e articolato nella stanza. […] È classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno”.
Ad alimentare e mantenere vivo questo legame tra l’andare e il venire dentro ciò che è stato e l’urgenza del comprendere il qui e ora, sono ora artisti come Marco Baliani, Sonia Bergamasco, Anna Bonaiuto, Elena Bucci, Monica Guerritore, Sandro Lombardi, Laura Marinoni, Ermanna Montanari, Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Elisabetta Pozzi, Marco Sgrosso, Giulio Scarpati, Toni Servillo, Stefano Randisi, ed Enzo Vetrano.
Foto: l'attore Massimo Popolizio
Il rapporto con la natura e l’ambiente, le responsabilità della scienza, la separazione e l’incontro… C’è molto in questi testi che ha che fare con l’emergenza in atto.
Lasciamo allora spazio al piacere dell’ascolto senza cedere al torpore.
A differenza di altri tipi di proposte ed esperienze, non c’è infatti nulla di lezioso nel pensiero classico, nulla che finisca per portarci a idealizzare o a romanticizzare le ricadute di un periodo come questo, perché la sua poesia, lo dice l’etimo della parola, non nasce semplicemente dal dire ma dal poiein, dal “fare”.
Come affrontare allora il futuro che ci attende? Servirà un nuovo gesto di scrittura, un gesto di continuità ma anche d’invenzione. Su questo i classici possono ancora insegnarci molto, da sempre portatori di un pensiero equilibrato e al contempo radicale nella vita politica come nel quotidiano.
Essere coerenti con ciò che abbiamo acquisito, farlo durare e dargli spazio, è il loro invito senza tempo. Saremo capaci di accoglierlo?
Lucia Cominoli
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