Reddito di inclusione, facciamo chiarezza

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Anche in Italia viene introdotto questo reddito, già in vigore in tutti i paesi dell’Europa, vediamo cos’è e come funziona.

Il Senato italiano ha finalmente dato l’ok all’entrata in vigore del reddito di inclusione una misura di sostegno alle famiglie più povere, una decisione che forse è stata presa anche dopo aver osservato come le persone indigenti nel nostro paese siano in aumento così come le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Questa “misura” esisteva già in tutta Europa ed è un mezzo che può aiutare nella ricerca di un lavoro e che valuta l’occupabilità di alcune persone che vivono in condizioni di povertà; dieci anni di crisi hanno messo in ginocchio milioni di cittadini e quest’assegno vuole essere uno strumento d’aiuto per non far vivere le persone in condizioni d’indigenza totale e che prova a reinserirle in vari contesti sociali e lavorativi.

Ma che cos’è esattamente? Si tratta di un assegno che viene dato a tutte quelle famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, soglia che deve essere ancora definita e che sarà la prima cosa che il governo dovrà decidere certo, l’INPS farà tutti i controlli necessari ma si terrà comunque conto della numerosità del nucleo familiare e la presenza di adulti con più di 55 anni rimasti senza lavoro. Si stima che le famiglie che vivono in povertà siano circa 400 mila, individui che non riescono nemmeno a comprare i beni di prima necessità ma che con quest’assegno potranno risollevarsi un pò; il suo valore potrà variare da 80 a 480 euro e con la sua introduzione verrà mandata in pensione la “social card” e sarà anche rivisto il vecchio assegno di disoccupazione.

Ề dunque una misura nazionale di contrasto alla povertà: il Ministro Poletti ha parlato di una dotazione iniziale che poi dovrebbe aumentare in modo tale da poter aumentare il numero di persone che possono usufruirne. Tutti i mesi ogni nucleo familiare riceverà l’assegno con la somma necessaria a colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile ed è per questo che il numero dei componenti di una famiglia è importante perché si deciderà un importo che permetterà di avere un tenore di vita accettabile. L’erogazione di questa somma avverrà tramite delle carte prepagate che naturalmente verranno ricaricate mensilmente ma non si tratta solo di un aiuto economico, il reddito d’inclusione ha lo scopo soprattutto di re- includere una persona in un contesto lavorativo ma anche sociale, l’idea di partenza è quella di un ausilio perché le famiglie possano avere una certa autosufficienza. L’assegno è gestito dai Servizi sociali del Comune e dai Centri per l’Impiego e le persone che ne beneficeranno dovranno firmare una specie di “contratto” con la propria comunità di appartenenza in modo da poter essere contattati per brevi periodi lavorativi per i quali dovranno dare l’obbligo di disponibilità.

In altre parole questo bonus è collegato a forme di accompagnamento e reinserimento nel mondo del lavoro grazie anche a un periodo di formazione e in seguito di ricerca delle posizioni lavorative più idonee a una persona; speriamo che questa misura che sembra promettere bene, entri presto in vigore, che si trovino i soldi necessari e soprattutto che finalmente tanta gente ritorni a condurre una vita dignitosa.

Valentina Trebbi

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