La notte dei morti viventi e le paure dell’America durante il periodo della guerra fredda.
Dal termine della Seconda Guerra Mondiale fino alla fine degli anni Ottanta, una parte del cinema americano ha coltivato un'assoluta diffidenza verso ogni forma di diversità mettendo nella metafora cinematografica tutta l'inquietudine e l'angoscia del tempo.
Il messaggio di molti film, nel loro complesso, era sempre lo stesso: l’America era costantemente sotto la minaccia di un attacco o di un'invasione aliena, quindi il popolo degli Stati Uniti doveva essere sempre pronto a reagire, ma dato che gli alieni non arrivavano ed i morti viventi non esistevano, il grande diverso allora divenne il mondo comunista, l’Unione Sovietica, Cuba e tutti i loro alleati.
Foto: locandina del film © www.ilcinemaniaco.com
Il film "La notte dei morti viventi" rientra in questo genere di cinema e anche se il regista, l’indimenticabile George Romero non aveva certo idee di destra, racconta nella pellicola la storia di un piccolo gruppo di persone, che rifugiatisi in una casa di campagna, cercano di difendersi da orribili zombie, morti viventi appunto, che li vogliono sbranare.
Questo capolavoro horror, girato a basso budget e in bianco e nero, è stato nell'anno della sua uscita (1968) un'assoluta novità dal punto di vista stilistico, una novità che ha poi generato decine di altri film ispirati sempre alle vicende di "morti viventi" di vario genere, sempre con un occhio alla paura di ciò che è strano, diverso, inconsueto.
L'opera cinematografica è in proiezione in tutta Italia e a Bologna è possibile vederlo questa sera alle ore 18:00 presso il Cinema Lumière in via Azzo Gardino 65, nell'ambito della rassegna "La paura fa 70".
Vincenzo Bottiglioni
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS