Laboratorio di scrittura creativa N°7

Scrittura
Tipografia

Questa volta parliamo del genere “fantasy”, che si collega agli archetipi universali.

Si basa sulla fantasia, però ha regole interne a cui attenersi, ha un suo linguaggio. Crea un mondo parallelo, secondario, che deriva, però, dalla realtà. Si pone le grandi domande etiche in un mondo di magia e avventura. Ề un modo diverso di accostarsi alla realtà, iperrealistico o surrealistico. Il fantasy è fra passato e presente; fra i due occorre trovare un equilibrio. La fantascienza mette in campo il possibile; il fantasy gioca con l’impossibile. I sottogeneri sono sette: 1) “fantasy alto o epico”; 2) “fantasy heroic” (gli eroi sono paladini tormentati che viaggiano e che devono salvare la Terra); 3) “dark fantasy o horror”; 4) ”urban fantasy” (contemporaneo e realistico); 5) “fantasy storico” (sia fantasia sia contesto storico ricostruito); 6) “fantasy comico” (giocare con i clichè del genere, tramite metafore del reale); 7) “fantasy rosa o erotic” (amore e soprannaturale mescolati). 

Non si deve eccedere; bisogna evitare le spiegazioni didascaliche e i noiosi preamboli. L’azione, sia fisica sia spirituale, deve prevalere sull’esposizione. Prima di iniziare, bisogna avere chiara la struttura da dare. Gli arcaismi vanno usati con cautela. Preferibile un linguaggio piano, naturale, elegante. Ogni personaggio deve avere il suo specifico lessico. Occorre evitare i clichè del genere (es.: elfi, sogni, signore del male, ecc.), che rischiano di interrompere l’azione. Valida l’alternanza dei punti di vista. Lo stile è il modo in cui l’autore/ trice vede il mondo; quindi, lo stile è il libro.

Qualunque sia il genere, gli elementi centrali della narrazione sono: personaggi- azione- trama-struttura. La trama dev’essere complessa e coerente. La successione degli eventi deve avere una concatenazione logica fra causa ed effetto. L’azione deve creare la tensione narrativa: accade qualcosa che fa accadere qualcos’altro. Coerenza narrativa vuol dire che i contenuti della storia sono in un quadro in cui ogni elemento è al posto giusto. Lo schema d’azione di una storia deve rispondere alle famose cinque domande della comunicazione: 1)Chi?; 2) Che cosa?; 3)Dove?; 4)Quando?; 5)Perché? Il lettore si pone alcune domande, insieme allo scrittore, che risponderà a tali domande né troppo presto né troppo tardi, dopo aver disseminato tracce e allusioni, in modo da spingere il lettore a scoprire cosa c’è dietro al racconto.

Il numero ideale dei personaggi è tre. La storia deve adattarsi ai personaggi, non il contrario. I personaggi devono sapere guidare l’azione. Per il lettore i personaggi devono essere insieme familiari e imprevedibili. Devono avere una loro identità, essere convincenti e riconoscibili, prendere vita. La finzione narrativa si occupa delle trasformazioni subite da un personaggio dopo pressioni psicologiche che determinano comportamenti mai visti in precedenza. Dunque le emozioni devono essere coerenti con le azioni. Un mistero risolto è rassicurante, ma oggi i romanzieri tendono a lasciare il finale irrisolto. Il mistero più grande di tutti, infatti, è il cuore umano.

Non più soltanto il conflitto tradizionale fra bene e male, ma anche fra bene e bene. In presenza di un conflitto ambiguo, il personaggio deve indossare due maschere: una evidente, una nascosta, con contraddizioni dagli esiti imprevedibili. I problemi ci obbligano ad una decisione e alla fine non ci sono né vinti né vincitori. Nella letteratura e nella vita.

S.G.L.

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