XXIII edizione del Festival Internazionale di danza nei paesaggi urbani.
Cerco. Corro. Salto. Mi nascondo. La natura è in costante lotta per la sopravvivenza. Ci sono variazioni nelle caratteristiche se l'ambiente non ammette tutti i membri di una popolazione in crescita. Quindi quei membri della popolazione con caratteristiche meno adattate moriranno con maggiore probabilità. Le specie subiscono molti cambiamenti ma solo quelli che sono efficaci per l'ambiente in cui vivono daranno origine alla nascita di nuove specie. La capacità di adattarsi al nostro ambiente è ciò che ci tiene in vita.
Iván Benito
Provengono dall'Europa, dal Libano, dal Nicaragua, dalla Cina, dal Giappone e dal Taiwan. Sono gli artisti del Festival Danza Urbana. Festival Internazionale di Danza nei paesaggi urbani, che da oggi martedì 3 settembre fino a domenica 8 settembre abiteranno la città di Bologna con le loro creazioni, performance, incontri, laboratori, visite guidate e soundwalk.
Giunto alla sua ventitreesima edizione, il festival si propone ancora una volta di promuovere le forme contemporanee della danza nell'incontro con i cittadini, intercettati quasi a sorpresa nelle piazze, nei vicoli, nelle sale museali ma anche nei centri sportivi, negli orti, nei parchi e in periferia.
La “non conformità” resta il punto di vista privilegiato della direzione artistica di Massimo Carosi, che sceglie il lavoro di artisti italiani e internazionali capaci di sovvertire con i loro corpi spazi e linguaggi, contaminando la danza con molteplici codici narrativi, performativi e musicali.
Al centro una comunità umana meticcia che si interroga sulle sfide centrali del nostro tempo, dalla marginalità sociale all’Antropocene, dal femminismo alle migrazioni, richiamandoci all'urgenza di una risposta collettiva sul prossimo futuro del binomio uomo-natura.
Così, tra gli altri, il pluripremiato danzatore e coreografo spagnolo Iván Benito prenderà come riferimento, nel suo Galápago, la teoria dell’evoluzione e l’origine della specie per indagare il tema della selezione naturale. Attraverso un corpo che porta su di sé i segni della desertificazione e in una danza che mixa il contemporaneo al Parkour e alla Capoeira, l’artista ci chiede di immaginare con lui quali individui saranno geneticamente in grado di sopravvivere ai cambiamenti del clima e della popolazione in crescita. Lo spettacolo, vincitore del primo premio al Concorso coreografico internazionale Danza en calle di Burgos-New York 2018, sarà ospitato all'Orto Botanico ed Erbario (Via Irnerio 42) giovedì 5 settembre alle ore 18:30.
Immagine: Spettacolo Galapago
A precederlo nella stessa giornata, alle ore 18:00, sempre all’Orto Botanico, la poetica opera del giapponese Hisashi Watanabe, Inverteed Tree, solo vincitore del Premio del pubblico al 22° concorso coreografico Masdanza. Qui Watanabe ancora si accosta alla teoria dell’evoluzione per farne un albero a testa in giù attraverso cui, tra contorsioni e trasformazioni di “floor juggling”, cercherà di accompagnarci dalla cima alle radici, in dialogo con le origini e forme di vita animali che ancora ci appartengono.
Oltre agli spettacoli numerose anche le sperimentazioni frutto di collaborazioni e residenze nate da progetti e scambi che hanno messo a confronto danzatori e perfomer di differenti parti del mondo nella creazione di opere uniche.
Sedimenti e Convergenze le aree deputate che potete esplorare nel programma, tra cui vi segnaliamo Who cares? Ecologia del dialogo, in cui i coreografi Bassam Abou Diab, libanese e Yeinner Chicas, nato in Nicaragua, ci porteranno con Olimpia Fortuni e Leonardo Maietto dentro un percorso collettivo creativo nato all'interno di PETROLIO. Uomo e natura nell'era dell'Antropocene, progetto di Matera 2019 -Capitale europea della cultura, in cui prenderà forma un Mediterraneo immaginario, svincolato da ogni toponomastica in cui i corpi saranno impegnati a rinegoziarsi nell’ecosistema e tra loro stessi, per rispondere alla costante domanda “Who cares?/A chi importa”? La performance si terrà venerdì 6 settembre alle ore 19:00 in Piazza San Francesco.
Infine, dedicato ai bolognesi doc e agli amanti delle danze popolari, vi invitiamo a non perdere Save the last dance for me, l’ultimo lavoro del coreografo Alessandro Sciaronni, Leone d’Oro alla carriera per la Danza 2019, mercoledì 4 settembre alle ore 19:00 e alle ore 21:00 alla Pinacoteca Nazionale (Via delle Belle Arti 56). Sciaronni, insieme a Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini, rielabora in chiave contemporanea la tradizionale danza di corteggiamento Polka Chinata, una danza dei primi del Novecento, impegnativa e quasi acrobatica, un tempo eseguita, come in questo caso, da soli uomini.
La maggior parte degli eventi e degli spettacoli di Danza Urbana sono a ingresso libero, per verificare quelli a pagamento e scaricare il programma completo clicca QUI
Lucia Cominoli
Per info: Danza Urbana e Bologna Estate
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