Punto Zero (Vanishing Point)

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Cinema
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Recensione
Road movie dei primi anni '70, post Woodstock, che vede un uomo in fuga per tutto il Sud-Ovest degli Stati Uniti.

Kowalski, un uomo senza più nulla da perdere, vaga per i deserti del Sud - Ovest degli USA correndo a tutta velocità con la propria potente automobile dal motore truccato, una “Dodge Challenger” bianca. È un ex - marine veterano del Vietnam; un ex - poliziotto che ha perso il posto per aver denunciato la corruzione dei colleghi; un ex-pilota sportivo di auto e moto fermato da numerosi incidenti. In più ha perso l’amata fidanzata, morta in un incidente di surf. Parte da Denver, in Colorado, alla mezzanotte di un venerdì: ha scommesso con il proprio spacciatore (che gli regala la benzedrina per tenerlo sveglio, sperando di rifarsi con la vincita) di arrivare a San Francisco entro 15 ore.

Comincia subito l’inseguimento della Polizia che si snoderà attraverso ben 4 Stati (Colorado, Utah, Nevada, California). Ma non è “soltanto” per consegnare un’auto clandestina e vincere una scommessa che Kowalski non si ferma all’alt della Polizia; e non è “soltanto” per le modeste accuse di eccesso di velocità e resistenza all’arresto che la Polizia mobilita tutte le proprie forze, ed anche qualcosa di più, per catturarlo. In realtà, la posta in palio è molto più alta. Se è vero che il protagonista è un “vinto”, un individuo privo di speranze, cui la vita ha tolto tutto, con un profilo che oggi si definirebbe “borderline”, e che non può fare altro che mettersi contro la Legge; se è vero com’è vero che la Polizia non può accettare una simile sfida all’ordine costituito; è anche vero che qui è in gioco la Libertà, con la “L” maiuscola appunto. La libertà di decidere della propria vita in una società alienata ed alienante che ti regala una falsa libertà.

Punto Zero   Motociclista Nuda

Foto: scena tratta dal film 

In questa sua ribellione obbligata, e nient’affatto scelta, il Cavaliere Solitario troverà l’appoggio incondizionato dell’Altra America. Quella cioè che non si riconosce nei valori ufficiali, quella della contro - cultura, del pacifismo, degli hippies, dei marginali, dei drop - out, di cui il film tesse l’elogio. Così il ribelle viene aiutato da una stazione radio che trasmette da una cittadina del Nevada, dove un disc - jockey nero e cieco, “Super Soul” (Cleavon Little), che lo definisce “l’ultimo eroe americano”, lo indirizza dandogli delle dritte, dal momento che la sua radio capta le frequenze della polizia.

“Vanishing Point” significa letteralmente Punto di Fuga: se il protagonista (rappresentante più o meno consapevole di tutta una parte della società americana) lo troverà, lo rimandiamo alla visione del film. L’altro grande protagonista di questo road - movie  è il deserto, di cui le inquadrature del regista possono essere considerate un ottimo documentario. Cult - movie generazionale come “Easy Rider” e “Zabriskie Point”, di cui tuttavia è meno famoso; è un film del genere exploitation, in cui la storia è raccontata per immagini, con dialoghi ridotti all’osso.

Fondamentali le colonne sonore rock. «Un film plastico e metafisico che corre dritto come il suo protagonista», così Alberto Moravia (che fu critico cinematografico per “L’Espresso” dal 1957 al 1990) definì questo film. Nel 1997 ne fu girato un remake per la TV. Molti sono i film che hanno un debito nei confronti di “Punto Zero”: vi si ispirò anche Ridley Scott, per il clamoroso finale di “Thelma e Louise”(1991).

Andrea Vecchi


SCHEDA DEL FILM:

USA, 1971

Regìa: Richard Caspar Sarafian

Soggetto: Malcolm Hart

Sceneggiatura: Guillermo Cabrera Infante

Interpreti: Barry Newman, Cleavon Little, Dean Jagger, Victoria Medlin, Gilda Texter

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