Danese politicamente, l’isola ricoperta dall’83% da ghiaccio, è una possibile futura miniera di soldi.
L'annuncio da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di volere acquistare l'isola della Groenlandia è stato presentato sui media di tutto il mondo come la solita bizzarria personale del "nostro" uomo.
Il mondo sta cambiando e lo fa sempre in modo più veloce: se oggi si combatte ovunque per il controllo delle materie prime strategiche e delle risorse alimentari, acqua compresa, domani lo si farà per il controllo, anche politico e sociale della superficie abitabile del nostro pianeta.
Basti pensare al grande aumento demografico sempre meno localizzato in alcune aree del pianeta e quindi destinato a straripare dovunque ed a portare ovunque grandi cambiamenti sociali e culturali.
Foto: tipico paesaggio della Groenlandia
Inoltre, se le teorie dei climatologi dovessero trovare conferma, è possibile che fra alcuni decenni le acque prodotte dal ghiaccio disciolto farà salire il livello di tutti gli Oceani, causando la perdita di grandi superfici litoranee oggi abitate, tanto che alcuni Stati potrebbero dissolversi.
La superficie della Groenlandia è sicuramente inferiore alla somma di tutti i territori che saranno sommersi, rivelandosi già da ora di grande importanza strategica, anche perché sarà impossibile avviare campagne militari imperialistiche per conquistare territori poco o per nulla abitati come è stato fatto nel diciannovesimo e ventesimo secolo.
In questo momento gli scienziati e gli strateghi americani non stanno discutendo dell'importanza militare del territorio inospitale ma di quanta acqua potabile è inglobata nel ghiaccio e per quanto tempo sarà disponibile. Ora domandiamoci perché tutto questo non interessi minimamente all'Europa.
Olver Stagni
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