È mancato Pedrazzi, pensatore, giornalista e fondatore del Mulino

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Fu voce protagonista della feconda e vivace sinistra cattolica bolognese.

Il Prof. Luigi Pedrazzi, rappresentò quell'area del pensiero cattolico, particolarmente attiva in Emilia-Romagna nel secondo dopoguerra. Per intenderci, era l'area che faceva riferimento a Don Giuseppe Dossetti, combattente antifascista, membro del Comitato di Liberazione Nazionale col nome di battaglia Benigno.

Dossetti fu attivo tanto nella lotta armata, quanto nell'educazione politica, atta a creare un movimento di pensiero democratico basato sul Vangelo. Nel dopoguerra, internamente alla Democrazia Cristiana, Dossetti mantenne una posizione pacifista e di contrarietà al Patto Atlantico, unitamente a un forte laicismo nell'approccio con la società italiana.

Dall'esperienza Dossettiana, nacquero due tipi di approccio politico: quello di quanti rimasero nella D.C. pur mantenendo un’identità di sinistra [es. Benigno Zaccagnini NDA] e chi preferì avvicinarsi al Partito Comunista pur rimanendo Cattolico, cioè, facendo convivere Capitale di Marx e Vangelo di Cristo. Da quest’ultimo pensiero sincretico, sorta di Teologia della Liberazione ante litteram, sorsero pensatori e figure di spicco come quella del prof. Pedrazzi.

Fu voce autorevole della sinistra democristiana, docente di filosofia e, negli anni cinquanta, co-fondatore dell'Associazione e della Rivista Il Mulino. Nel 1956 si candidò al consiglio comunale di Bologna nella lista indipendente di Giuseppe Dossetti, compagine che uscì sconfitta dal confronto col Sindaco Giuseppe Dozza.

Il Gruppo Dei Giovani Promotori De Il Mulino

I promotori del Mulino, da sinistra: Mancini, Contessi, Santucci, Cavazza,
Matteucci, Pedrazzi, Bosinelli (© www.editoria.let.uniroma1.it)

Successivamente, assieme a Beniamino Andreatta e altri giovani professori dell'Ateneo Bolognese, avviò l'Università della Calabria, la grande università della regione. Nel 1974, con Ermanno Gorrieri e Luigi Macario, guidò il movimento d'opinione Cattolici per il No, ovvero dei credenti che in nome delle libertà civili difesero la legge sul divorzio entrata in vigore il 18 dicembre 1970.

Quella battaglia referendaria, creò le basi per uno spostamento a sinistra dei tanti cattolici, che in piena libertà di coscienza, votarono a favore della libertà di divorziare. Dal 1976 in poi, nacquero i primi governi democristiani appoggiati esternamente dal Partito Comunista e i primi intellettuali cattolici si candidarono da indipendenti nel partito. Oltre al Prof. Pedrazzi, il movimento Cattolici per il No coinvolse Romano Prodi, Leopoldo Elia, Raniero La Valle e Giancarla Codrignani.

Nonostante l’evidente contiguità, Luigi Pedrazzi non s’impegno direttamente, preferendo l'attività d’analista politico, mentre La Valle e Codrignani si candidarono come indipendenti nel PCI. Infine, nel 1995, Pedrazzi accettò l'incarico di Vicesindaco su invito dell’allora Sindaco, Walter Vitali: per la prima volta un cattolico di sinistra ricopriva un incarico di governo a Bologna.

Pedrazzi ci lascia una discreta bibliografia e una mole considerevole d’articoli, poiché, da giornalista, fu caporedattore di Bologna Sette, inserto bolognese di Avvenire, inoltre fondò con Ermanno Gorrieri, Il Foglio, giornale politico che all'epoca aveva una connotazione ben diversa da quella attuale. Le sue esperienze editoriali, durante gli anni novanta proseguirono a Il Giorno. Nel 2004, accettò lo stesso incarico a Il Domani di Bologna, compianto quotidiano bolognese vicino alla sinistra, sostenuto dalla Cooperazione Bolognese, con particolare attenzione al mondo cattolico e ai lavoratori. Nel 2014 ricevette dal Comune di Bologna l'Archiginnasio d'Oro con la seguente motivazione: «Personalità che si è distinta nel campo della Cultura e della Scienza».

Col Prof. Luigi Pedrazzi, che ci lascia all'età di 89 anni, se ne va un pezzo di storia, che coinvolse quanti tra noi hanno oggi più d'un capello grigio. Cioè, quanti possono vantare d’aver vissuto l'epoca nella quale, quel certo pensiero cattolico, fu il sale della nostra città, influenzando quanti fra noi, allora non ne afferravano appieno il messaggio etico: Buon Viaggio Professore!

Luciano Bonazzi

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