La musica della Viola stordisce la Juve e riapre il campionato

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Caduta rovinosa a Firenze della capolista che ha mostrato una preoccupante pochezza di gioco. Il Bologna si allontana sempre più dalla zona retrocessione.

Adesso è chiaro: i giocatori della Juventus non sono deità di un inarrivabile Olimpo. Anzi sono vulnerabili, meno degli altri, ma pur sempre mortali, con tutte le fragilità che ciò comporta. La scorsa estate quando il club piemontese acquistò a suon di milioni giocatori di alto profilo come il Pipita Higuain e Pjanić (peraltro sottratti alle due più forti concorrenti per la vittoria del campionato), tutti sentenziammo che i bianconeri avevano già vinto lo scudetto, magari anche saltellando su una gamba sola. Non illudiamoci, sono tuttora i più forti, ma dovranno sudare sette camicie, anzi sette magliette bianconere a testa, una dopo l’altra.

Nel calcio se è vero che squadre ricche e giocatori costosi vincono di più, non è detto che basti prendere grandi campioni e farli giocare per eccellere, perché se l’amalgama è problematica succede quel che è successo a Firenze, dove ai padroni di casa è bastato correre più degli avversari e occupare con intelligenza gli spazi, per umiliare una squadra spenta atleticamente e tecnicamente, incapace di costruire gioco a centrocampo, con Pjanić in panchina e Dybala impalpabile. Come se non bastasse il granito della difesa si è sbriciolato in maniera inaspettata e imbarazzante.

E gli inseguitori? Tutto bene, vincono Roma e Napoli che si confermano in salute e sperano in ulteriori rallentamenti dei campioni d’Italia per tentare di ghermire la lepre. La Lazio piega l’Atalanta, mentre l’Inter continua una tardiva e forse inarrestabile ascesa, disputando la migliore gara della stagione, anche per l’innesto dell’ottimo Gagliardini, arrivato da poco.

Il Bologna strappa i tre punti a Crotone, con una gara attenta di contenimento e ripartenze e si porta a più 13 dalla terz’ultima.

Ugo De Santis

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